Studio Odontoiatrico Spampinato

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Come rimediare alla perdita dei denti

Uno studio dell’OMS dimostra che il 30% delle persone nel mondo di età compresa tra i 65 e i 74 anni non ha più i suoi denti naturali. La mancanza dei denti è una menomazione grave perchè impedisce una corretta masticazione e costringe all’ingestione di cibi non triturati con inevitabili difficoltà di digestione e di assimilazione. Oltre a ciò anche l’aspetto e il modo di parlare sono fortemente penalizzati dalla mancanza parziale o totale dei denti. Purtroppo questa condizione è più frequente nella terza età, momento della vita in cui anche i processi metabolici generali si indeboliscono per cui l’organismo necessita  della massima efficienza possibile.  Per questo motivi la restituzione dei denti fissi, efficienti e forti rappresenta un progresso enorme rispetto alla dentiera, sia fisicamente che psicologicamente. Oggi i risultati ottenibili con l’implantologia sono migliorati in maniera notevole, rispetto anche a pochi anni fa. I denti fissi, in tanti casi, si possono avere in poche oredall’intervento iniziale, con procedure e tecniche assolutamente indolori.  Chiamaci o scrivici per avere informazioni dettagliate, perchè probabilmente la soluzione del tuo problema è più semplice ed accessibile di quanto ti aspetti.

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7 criteri per riconoscere un dentista di qualità

In tanti hanno già un dentista di fiducia da cui trovano bene ma può capitare di volerlo cambiare per diversi motivi, ad esempio perchè è andato in pensione o perché non svolge alcune prestazioni richieste, perché ci fa aspettare troppo o è disorganizzato, o semplicemente per un trasferimento. E qui iniziano le difficoltà: come trovare un bravo dentista? Di solito ci si affida al passaparola, si chiede consiglio ad amici o parenti. Nell’epoca dei social e di internet è diventato sempre più frequente dare uno sguardo alle recensioni, che potrebbero essere ‘pilotate’, ma quando sono numerose e soprattutto ben motivate sono una testimonianza determinante per la scelta. Da ‘insider’ del settore posso fornirti qualche consiglio per aiutarti a scegliere bene tra i numerosi studi dentistici presenti nelle nostre città. Eccoti 7 parametri che ti aiuteranno a capire se hai di fronte un professionista di qualità 1 – La prima visita deve essere eseguita con la raccolta dei dati anamnestici, di esami radiografici specifici come le radiografie endorali (la sola radiografia panoramica è troppo imprecisa per fare diagnosi dettagliate) e se possibile di fotografie intraorali. Tanti dentisti affrontano superficialmente la prima visita, proponendo subito cure e interventi senza aver fatto la diagnosi corretta;  giudico questo come primo parametro di scelta, perché mi capita spesso di diagnosticare carie, parodontite, infezioni croniche e altri problemi in pazienti ignari che sono sempre andati da un dentista che per qualche motivo non ha mai approfondito le diagnosi con le radiografie… e poi arrivano le (brutte) sorprese. Il dentista deve preoccuparsi in primis di conoscere la tua salute generale e poi, oltre alla visita clinica accurata, ha bisogno di radiografie e immagini dettagliate del cavo orale per fare una diagnosi: solo successivamente potrà ragionare sul tuo piano di cura. Questo criterio aiuta parecchio a valutare la qualità del professionista a cui ti stai rivolgendo. 2 – Il dentista deve dimostrare una attenzione maniacale all’igiene orale del paziente. Devi sapere che la maggior parte dei problemi dentali e gengivali derivano dai batteri presenti nel cavo orale e il dentista lo sa bene. L’igiene professionale e domiciliare stanno alla base di prevenzione, cura e mantenimento. Non esistono compromessi a questa condizione, se l’igiene orale viene dimenticata o posposta a fine cura ci sono due casi: o sei un campione di spazzolamento e non ti serve l’intervento dell’igienista (rarissimo)  o probabilmente non è il dentista che cercavi. 3 – Tutti gli ambienti dello studio devono essere puliti e ordinati. I protocolli di sterilizzazione e disinfezione sono molto rigidi e rappresentano uno dei costi maggiori per uno studio ben organizzato. Ci deve essere largo utilizzo di materiale monouso e gli strumenti devono essere sterilizzati e imbustati. Gli operatori devono indossare guanti e mascherina. Durante gli interventi di chirurgia ci deve essere largo utilizzo di teli sterili, non molto dissimile da una sala operatoria ospedaliera. Questi parametri sono garanzia di serietà dello staff medico e paramedico. 4 – Il preventivo deve essere chiaro, preciso (per quanto lo consente la situazione di partenza), correttamente spiegato dal dentista o dalla segreteria dello studio e va firmato dal paziente insieme al consenso informato per gli interventi in programma.   Non esiste che si inizi un programma di cure (a parte rari casi di prestazioni eseguite in emergenza) senza sapere cosa si spende e che alternative esistono per il paziente,  questo comportamento oltre ad essere eticamente scorretto lo è pure in base al codice deontologico. Ogni eventuale variazione deve essere comunicata tempestivamente al paziente, che deve accettare la modifica.  Questi requisiti  ti fan capire che hai a che fare con una buona organizzazione di studio. 5 – Il dentista, se richiesto, deve spiegarti dettagliatamente perché attua una particolare procedura e su che basi decide che è quella corretta per il tuo caso.  Non significa che il curante debba discutere dettagli scientifici o tecnici approfonditamente con il paziente, ma con parole semplici e comprensibili può spiegare le basi su cui basa la sua terapia, poichè ogni intervento e ogni operazione devono seguire protocolli solidi e ben collaudati dalla comunità scientifica. L’ideale è trovare un dentista che abbia un buon archivio di immagini fotografiche di casi clinici risolti in passato e che possa, a richiesta, illustrarteli. Anche questo criterio può farti capire se hai a che fare con un professionista preparato oppure con uno che non è proprio ‘sul pezzo’. 6 – La tecnologia presente in studio.  Questo fattore ‘per se’ non indica in senso assoluto che il dentista sia super-competente, ci sono apparecchiature che fanno più scena che sostanza e conosco dentisti eccellenti che lavorano con metodi tradizionali, tuttavia dimostrano che ci si trova in uno studio che investe risorse per essere aggiornato e che cerca nuove soluzioni per i propri pazienti. Tra le apparecchiature di cui tener conto c’è il radiografico per le CBCT (radiografie tridimensionali), lo scanner per l’impronta digitale, sistemi di ingrandimento fissi o mobili (microscopio e/o occhiali ingrandenti). 7 – Il personale di studio.  In uno studio ben organizzato il dentista da solo può fare ben poco; ci sono aspetti organizzativi e di gestione che necessitano di personale preparato, attento e in numero adeguato. Lo staff deve lavorare compatto e con compiti ben definiti per offrire un servizio di qualità. Nel nostro studio quando una assistente o segretaria è costretta ad assentarsi, tutto l’assetto organizzativo va riequilibrato per poter affrontare bene la giornata lavorativa. In studi con una sola aso (assistente) che si occupa di tutto, segreteria sterilizzazione assistenza, difficilmente si può essere efficienti e soprattutto non è possibile eseguire in tranquillità tutte le prestazioni necessarie. Figuriamoci quegli studi in cui il dentista lavora da solo senza aiuto! Spero di esserti stato di aiuto se hai deciso di cambiare dentista; a volte è uno shock accorgersi di essersi affidati a dentisti poco attenti, ma adesso che sai queste cose hai degli elementi in più per decidere da chi farti curare.

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Come spazzolare i denti (ultima parte)

Siamo giunti all’ultima puntata di questa serie di articoli nei quali ho cercato sinteticamente di parlare dei vari aspetti che riguardano l’igiene orale domiciliare. L’ultimo punto che devo toccare oggi, ultimo ma non meno importante, è l’igiene degli spazi interdentali: immaginando i denti come tanti cubi vicini e appoggiati su un piano, lo spazzolino lavora bene in tre delle superfici, quella esterna quella interna e quella masticante, ma nelle aree tra i denti purtroppo non ha alcuna efficacia. E se pensi che si possano tralasciare queste zone, c’è una pessima notizia in arrivo: sia la carie sia la parodontite si sviluppano soprattutto negli spazi interdentali. E non è un caso perchè sono proprio quelle le zone più difficili da pulire, soprattutto tra i molari. Ecco perchè periodicamente in studio eseguiamo le radiografie chiamate bite wings, un esempio nella foto, proprio per intercettare eventuali carie o tasche parodontali nello stadio precoce, ad occhio nudo è quasi impossibile evidenziarle. Dunque per gli spazi interdentali ci sono due possibilità: il filo o lo scovolino.   Ognuno ha le sue indicazioni: Con dentatura sana e in giovane età si utilizza il filo interdentale In caso di spazi dentali allargati o allungati, protesi fisse o impianti lo scovolino diventa più efficace. Quando? Filo e scovolino si usano una volta al giorno, la sera, dopo lo spazzolino. Lo scovolino è intuitivo da usare, basta inserirlo tra gli spazi dentali e muoverlo delicatamente avanti e indietro , il filo necessita di qualche accorgimento in più: anche in questo caso ti aiuto con un breve video che ha postato un caro amico di Sanremo, il dr. Alessio Bosco, nel quale con dovizia di particolari ti spiega come fare. In conclusione, ti ringrazio per avermi seguito in questi articoli sull’igiene orale e spero di averti aiutato a chiarire alcuni aspetti che non conoscevi. Ti ricordo che il dentista può fare tanto per la tua salute ma a casa, quotidianamente, sei tu a fare il lavoro più importante che è, non mi stancherò mai di ripeterlo, eliminare la placca batterica!

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Come spazzolare i denti (terza parte)

Bene, siamo arrivati al cuore dell’argomento,  la tecnica per spazzolare efficacemente i tuoi denti!  Iniziamo parlando dei tempi:  quante volte al giorno e per quanto tempo? Prima cosa da sapere: la placca batterica ci mette 24 ore a formarsi e a depositarsi su denti e gengive! Quindi, teoricamente, basterebbe una sola volta al giorno per eliminare il problema…ma in pratica non è così. Noi spazzoliamo anche per rimuovere i residui di cibo, parte della placca e per ‘rinfrescare’ (concetto poco scientifico ma molto tangibile) il cavo orale, infatti non bisogna dimenticare di spazzolare regolarmente anche la lingua. Quindi regola numero uno: spazzolare dopo colazione, dopo pranzo e prima di andare a dormire. Ma questa era facile. E per quanto tempo?  Mentre al mattino e dopo pranzo puoi dedicare anche solo uno o due minuti all’igiene orale, lo spazzolamento serale ti dovrà impegnare almeno 5-6 minuti!  Tempo misurato con il timer, non approssimato per difetto 😉  Perchè è di sera che la placca va rimossa completamente, con tempo pazienza e olio di gomito. Riassumendo: abbiamo parlato di che strumenti usare, come evidenziare la placca su denti e gengive e quanto tempo impiegare con lo spazzolino… mancano solo le tecniche.  Visto che si tratta di azioni pratiche è meglio se vi aiuto con un paio di brevi video fatti da una bravissima igienista dentale, Chiara, che ci mostra lo spazzolino manuale e lo spazzolino elettrico. Sono video semplici e immediati da memorizzare ma forniscono bene l’idea dei movimenti;  se vi interessa approfondire scrivetelo nei commenti su Instagram, mi impegnerò a fare un intervento più dettagliato. Ovviamente in studio sarete seguiti costantemente da me e dagli igienisti nell’apprendimento delle tecniche corrette, perchè a volte lo spazzolamento errato non solo è inefficace ma può danneggiare le superfici dei denti e delle gengive. Ci vediamo al quarto appuntamento, quando vi parlerò dell’ultima fase, importantissima: filo interdentale e scovolino.

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Come spazzolare i denti (seconda parte)

Prima di addentrarci nelle descrizioni pratiche delle manovre di igiene orale, voglio spiegarvi PERCHE’ ottenere una buona igiene orale non è facile. Il motivo è pratico: abbiamo a che fare con un avversario invisibile! O meglio, un avversario che sa nascondersi e mimetizzarsi benissimo nella nostra bocca: la placca batterica! La placca, cerco di semplificare, è una patina bianca ricchissima di batteri che quotidianamente si deposita su denti e gengive, anche sulla lingua e anche a digiuno! Alcuni di questi batteri, in presenza di zuccheri, proliferano allegramente e iniziano a distruggere lo smalto dei denti, causando le carie. Altri ceppi batterici, invece, sono dannosi per le gengive e per l’osso che sostiene i denti, per cui sono i responsabili della parodontite, malattia, come la carie, frequentissima. La foto allegata è un particolare al microscopio della placca, non credo che sia esattamente quello che vorremmo avere in bocca. E non è finita qui: sulla placca che non viene giornalmente rimossa con lo spazzolino, si depositano dei sali di calcio e fosfato che la trasformano in tartaro, duro e fortemente attaccato ai denti. Ricorda che il tartaro lo puoi rimuovere solamente andando dal dentista… Capito? Quello che bisogna eliminare quotidianamente è questa patina bianca piena di batteri ed evitare che, proliferando, causi tutti i danni di cui ti ho parlato. Ma se si mimetizza così bene, come faccio ad essere sicuro di averla tolta tutta? Be, finalmente posso darti una buona notizia, esiste il sistema per evidenziarla e farla venire allo scoperto: LE COMPRESSE RIVELATRICI DI PLACCA.  Si fanno sciogliere in bocca e magicamente la placca batterica si colora di rosso! Una volta visibile, ti permette di eliminarla completamente con filo e spazzolino, senza possibilità di sbagliare. In foto puoi vedere dei denti prima e dopo la colorazione con le compresse. Immagino che hai una domanda: le compresse coloranti devo usarle sempre? La risposta è NO. Le compresse si usano in fase di ‘apprendimento’ oppure come ‘verifica’ di buon spazzolamento. In studio le utilizziamo a scopo didattico e informativo, quando verrai agli appuntamenti di igiene potrei farti spiegare i dettagli dai nostri igienisti dentali. Questo è il primo passo che devi compiere nel tuo percorso per mantenere in salute i denti: adesso sai perchè devi farlo quotidianamente e come scovare il nemico. Nella prossima puntata entreremo in azione 😉

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Come spazzolare i denti (prima parte)

Nel precedente articolo vi ho parlato di controlli periodici dal dentista, che vengono identificati in termini medici come prevenzione secondaria, cioè verifica di una malattia quando ancora è in fase precoce (carie per esempio). Con questi articoli, che dovrò per motivi di completezza dividere in più parti, voglio parlarvi dell‘igiene orale quotidiana, la prevenzione primaria, ossia controllare le cause affinchè la malattia non si presenti. La causa principale che provoca carie e malattie gengivali è sempre la placca batterica, patina invisibile ma aggressiva, che si deposita quotidianamente su denti e gengive, qualunque cosa mangiamo e anche a digiuno. L’argomento sembra banale, chi non è convinto di saper fare una cosa tanto semplice? Ma in realtà ogni volta che ne parlo con i pazienti in prima visita mi rendo conto che in pochi usano il sistema giusto.  Forse spazzolare bene non è così facile come si crede. Qui voglio provare a spiegarvi alcune regole di base: indicazioni sui prodotti da usare, tecniche corrette, tempistiche, verifica dei risutati ottenuti. L’argomento è grande, per cui cercherò di sintetizzare gli aspetti più importanti. Se volete approfondire, in studio tutto il personale medico e paramedico sarà felice di darvi indicazioni personalizzate per ottenere il miglior risultato possibile. Adesso iniziamo con i prodotti giusti da usare: Spazzolino: rigorosamente setole artificiali, durezza media, semplice nella forma e testa piccola.  Queste caratteristiche non sono negoziabili.  Ricordarsi di sostituire lo spazzolino ogni due-tre mesi.  Quello in foto è un buon esempio da memorizzare. Spazzolino elettrico:  se ben usato facilita l’eliminazione della placca ed è forse più efficace di quello manuale.  Indicato alle persone anziane e a chi non vuole fare troppa fatica, ma in realtà è un ottimo strumento per tutti. Dentifricio: possibilmente con fluoro.  Esistono diverse formulazioni in commercio, suggerisco di non investire troppo in questo prodotto, a meno che non servano dentifrici specifici come quelli desensibilzzanti, ma sono casi rari. Filo interdentale: deve essere cerato perchè non si sfilaccia e aiuta a non perdere la calma durante questa manovra delicata, ma necessaria. Scovolino: lo usano solo le persone con protesi fisse, impianti, con parodontite o con spazi allargati tra i denti.  I giovani con buona salute orale non devono usarlo. Compresse rivelatrici di placca: utilissime in fase di apprendimento e di verifica, da tenere sempre nel cassetto del bagno. Timer: lo so, suona strano ma datemi retta, è necessario.  Quando ci si spazzola i denti, due minuti sembrano sempre cinque e solo l’orologio può darci la giusta misura del tempo. Colluttori: messi in fondo alla lista perchè normalmente non vanno usati. E’ il dentista a consigliarvi quali e quando, ma sempre per periodi limitati e non come abitudine quotidiana.  Ne parleremo in un apposito articolo. (continua)

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Due ore all’anno per il tuo sorriso

Ti è mai successo di aver rimandato la visita dal dentista perchè non ne avevi voglia? O di aver pensato che il bisogno ci sarebbe , ma finchè non si fosse presentato il dolore, avresti posticipato il più possibile la telefonata allo studio dentistico? Può essere comprensible, il dentista per tante persone è ancora sinonimo di ansia, dolore e in aggiunta anche di parcelle salate, soprattutto quando ci si va troppo raramente. Ma se le cose stessero diversamente? Se lo studio dentistico fosse un luogo dove andare periodicamente per prendesi cura della salute proprio per evitare dolore, spese e stress? Provo a spiegarti perchè servono i controlli: a parte i traumi, per fortuna rari, la causa principale di tutti i problemi dentali e gengivali è la placca batterica. Una patina bianca invisibile ad occhio nudo piena di batteri, che si deposita sui denti indipendentemente da quello che mangi, addirittura anche a digiuno. Quando spazzoli i denti, è proprio la placca che va rimossa e per farlo bene bisogna dedicare il tempo necessario e usare le manovre corrette. La placca che non riesci ad eliminare calcifica in pochi giorni a causa dei sali minerali contenuti nella saliva, e diventa tartaro: duro, aderente, impossibile da rimuovere con lo spazzolino. Spesso la placca rimane dove è più difficile toglierla, ad esempio sotto la gengiva, causando problemi come la gengivite e la parodontite. Oppure tra un dente e l’altro, causando frequentemente le carie interdentali (a breve posterò un articolo su come lavare i denti correttamente). Ecco perchè è necessario andare periodicamente dal dentista e dall’igienista dentale: per prevenire i problemi o eventualmente curarli ad uno stadio precoce. In fondo sono solo due ore all’anno…

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Parodontite: i segnali di che non devi sottovalutare

Hai mai sentito parlare della piorrea?  Di quella malattia che colpisce le gengive e fa perdere i denti ancora intatti? Il termine corretto in realtà è PARODONTITE. Probabilmente anche tu conosci qualcuno che ne ha sofferto, magari nella tua stessa famiglia.  Si tratta di una infiammazione cronica delle gengive che se diagnosticata in ritardo provoca conseguenze molto negative sul tuo sorriso fino alla perdita dei denti. E purtroppo è una malattia frequente, ne soffre circa il 60% della popolazione anche in giovane età! Oggi voglio aiutarti a riconoscere i segnali che possono essere un campanello di allarme per la parodontite e che troppo spesso vengono sottovalutati: #1 sanguinamento gengivale #2 spostamento in avanti dei denti #3 aumento degli spazi tra i denti #4 piccoli gonfiori gengivali #5 alitosi costante #6 mobilità dentale #7 allungamento dei denti Purtroppo questa malattia spesso non viene diagnosticata. Se riconosci alcuni dei sintomi sopra elencati non perdere tempo e consulta un parodontologo esperto. SE PRESA IN TEMPO LA PARODONTITE SI PUO’ CURARE CON OTTIMI RISULTATI, col beneficio di mantenere i tuoi denti naturali ed evitare di spendere migliaia di euro per rimetterli.

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Disinfezione, detersione e sterilizzazione nello studio odontoiatrico

Lo studio dentistico deve adottare tutte le misure necessarie per prevenire il rischio di trasmissione delle infezioni, qualunque paziente si stia curando. Le procedure previste dai decreti legge per i nostri studi sono identiche, se non più restrittive, di quelle degli ospedali e dei centri di cura. I processi di sterilizzazione assorbono una quota molto importante delle risorse del nostro personale: quasi la metà del lavoro delle nostre assistenti è dedicata a questa mansione. Se ti interessa avere il dettaglio dei nostri protocolli di sterilizzazione , puoi cliccare qui o chiederci in qualunque momento di mostrateli dal vivo nel nostro studio.

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Cos’è la Parodontite?

La parodontite è una malattia fortemente invalidante, considerata la principale causa di perdita dei denti nei paesi industrializzati. In Italia colpisce circa il 60% della popolazione e circa il 10% presenta forme avanzate della malattia.

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